Con all'attivo solamente un CDr, rilasciato nell'esigua tiratura di 149 copie numerate a mano nel 2008 dalla Sonderübertragung!, quello dei Sunday Strain non è un nome che ha sin qui circolato granché, anche nei circuiti a noi cari... Eppure è un progetto nato dalla mente di Stephan Spreer, già nei Radio Eichenlaub ad inizio millennio e fondatore degli interessantissimi Llovespell a seguire, e quindi musicista d'esperienza e comprovate qualità. Sunday Strain nasce come side-project degli stessi Llovespell (vivi e vegeti, laddove Radio Eichenlaub non esiste più, e l'altra sua metà Hans Johm ha inteso proseguire col monicker Antlers Mulm), e trova nella polacca Wrotycz l'etichetta giusta per esordire su CD, attestando di non essere solamente un'attività estemporanea, bensì un progetto da coltivare a dovere. Accompagnato dalla singer Dorain W., il Nostro si ripresenta con la consueta volontà di non sottostare a schemi precostituiti, focalizzando il proprio songwriting verso la costruzione di canzoni ancor più efficaci e coinvolgenti. Cercare di affibbiare una qualche etichetta semplicistica al duo tedesco è impresa ardua: la loro è un'elettronica sinuosa e magnetica dai tratti downtempo che non si pone paletti di sorta, né a livello di melodie, né di strutture ritmiche, degnamente completata dalla voce di Dorain, abile interprete - ma con ulteriori margini di miglioramento - con una predilezione per le più fascinose cantanti degli anni '80 (Alison Moyet, Annie Lennox, Claudia Brücken, Tanita Tikaram...). La forza del duo sta nel sedurre con una miscela perfettamente bilanciata di atmosfere suadenti e suoni di classe, anche quando il piglio ricorda da vicino i Deine Lakaien ("Saviour Machine"). E quando i toni scuri si fanno da parte, è netta la sensazione di trovarsi di fronte a musicisti talentuosi che, col giusto supporto, potrebbero ottenere consensi trasversali: ne sono chiara testimonianza due momenti melodici e di ampio respiro come "Time Is With Me" (ripresa dal CDr d'esordio) e la title-track, fra accenni ai Delerium di maggior pathos e cantati di altissima qualità, e quindi in possesso di tutti i crismi dei singoli più raffinati che certi mercati offrono. Il manto sonoro è sempre e comunque seducente, anche quando i toni si fanno cupi come in "Dandelion", song che si fregia di atmosfere e cantati di mirabile caratura; non sono da meno uno strumentale del calibro di "Cyan", perfetto per far risaltare l'azzeccata produzione e la qualità di suoni ed arrangiamenti, ed una "White World" fortemente carismatica. Chiude in maniera emblematica "Autumn Waves", piccola perla dal respiro sacrale che sa spingersi nei territori oscuri che furono cari ai Kirlian Camera d'inizio millennio. Un duo ben fornito di capacità e talento che saprà sedurvi con la forza magnetica di brani dall'enorme potere seduttivo, da tenere sotto osservazione per il suo grandissimo potenziale: non ci stupiremmo affatto di ritrovare i Sunday Strain alla corte di etichette più grandi e con più mezzi, ma non c'è motivo di attendere ulteriori sviluppi per scoprirli.
(Roberto Alessandro Filippozzi)